Esoscheletri occupazionali
Pubblicato a catalogo l'UNI/TR 11950: il rapporto tecnico offre un primo significativo contributo in tema di salute e sicurezza sul lavoro, per un uso corretto e consapevole di questi dispostivi.
E' stato pubblicato il rapporto tecnico UNI/TR 11950:2024 "Sicurezza e salute nell'uso degli esoscheletri occupazionali orientati ad agevolare le attività lavorative".
Il documento, elaborato dal gruppo UNI/CT 042/SC 01/GL 16 "Sicurezza e salute dei dispositivi indossabili per agevolare le attività lavorative", coordinato da Luigi Monica, ricercatore del DITSIPIA (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici) INAIL, e partecipato da ricercatori e professionisti sotto l'egida della Commissione "Sicurezza", presieduta da Fabrizio Benedetti, coordinatore generale della Ctss (Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza) INAIL.
Il gruppo, che svolge la propria attività in stretto coordinamento con il gruppo di lavoro GL 06 "Antropometria e biomeccanica" della Commissione "Ergonomia" e il gruppo di lavoro GL 09 "Robot e sistemi robotizzati" della Commissione "Macchine utensili", ha visto la partecipazione di un'ampia rappresentanza di parti interessate: progettisti, sviluppatori, produttori, tecnici della sicurezza di organizzazioni che fanno uso di tali attrezzature, esperti di medicina del lavoro, esperti nominati da associazioni sindacali e datoriali, università, associazioni attive nel settore della salute, sicurezza e formazione sul lavoro.
La UNI/TR 11950 approfondisce lo stato dell'arte degli esoscheletri occupazionali e si propone di:
fornire indicazioni sulla corretta terminologia e definizioni da adottare nel settore degli esoscheletri occupazionali;
individuare e descrivere le diverse tipologie di esoscheletri ad oggi sviluppati ed in uso negli ambienti di lavoro (con particolare riferimento agli attivi e passivi);
illustrare i principi generali di progettazione e costruzione degli esoscheletri;
rappresentare i settori lavorativi di possibile applicazione degli esoscheletri;
inquadrare le potenziali opportunità e problematiche correlate all'uso degli esoscheletri.
La definizione di una terminologia comune e di una classificazione di questi dispositivi, esplicitandone i campi e i limiti di applicazione e le caratteristiche funzionali e di progettazione e costruzione, è essenziale per avviarne un utilizzo corretto e consapevole.
Dispositivi indossabili come gli esoscheletri vengono presentati come una soluzione utile per ridurre o mitigare i rischi da sovraccarico biomeccanico, ma ciò richiede come precondizione una corretta implementazione nei luoghi di lavoro, al fine di evitare potenziali rischi correlati al loro uso.
Le malattie e i disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico lavoro-correlati sono infatti associati a fattori di rischio fisici legati ad attività di movimentazione manuale dei carichi e ad attività che richiedono il mantenimento di posture fisse e incongrue per prolungati periodi di tempo.
L'approccio tradizionale alla mitigazione di questi rischi prevede l'adozione di misure di prevenzione atte a eliminare o quantomeno ridurre il potenziale danno, attraverso, ad esempio, un'idonea configurazione del luogo di lavoro, una corretta gestione dell'attività lavorativa e un'appropriata scelta delle attrezzature di lavoro utilizzate dal lavoratore. Nei casi in cui queste misure di prevenzione non possano risultare efficaci per la mitigazione del rischio di sovraccarico biomeccanico, recentemente in alcuni contesti produttivi si sta introducendo appunto l'utilizzo di esoscheletri.
Occorre valutare il contributo di questi dispositivi e, soprattutto, quale può essere il loro contributo alla riduzione del rischio, quali rischi residui permarranno e quali, invece, verranno magari introdotti dal loro impiego nei diversi contesti produttivi.
Il rapporto tecnico ora pubblicato è un primo importante contributo allo sviluppo tecnologico in questo settore.
Il documento, elaborato dal gruppo UNI/CT 042/SC 01/GL 16 "Sicurezza e salute dei dispositivi indossabili per agevolare le attività lavorative", coordinato da Luigi Monica, ricercatore del DITSIPIA (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici) INAIL, e partecipato da ricercatori e professionisti sotto l'egida della Commissione "Sicurezza", presieduta da Fabrizio Benedetti, coordinatore generale della Ctss (Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza) INAIL.
Il gruppo, che svolge la propria attività in stretto coordinamento con il gruppo di lavoro GL 06 "Antropometria e biomeccanica" della Commissione "Ergonomia" e il gruppo di lavoro GL 09 "Robot e sistemi robotizzati" della Commissione "Macchine utensili", ha visto la partecipazione di un'ampia rappresentanza di parti interessate: progettisti, sviluppatori, produttori, tecnici della sicurezza di organizzazioni che fanno uso di tali attrezzature, esperti di medicina del lavoro, esperti nominati da associazioni sindacali e datoriali, università, associazioni attive nel settore della salute, sicurezza e formazione sul lavoro.
La UNI/TR 11950 approfondisce lo stato dell'arte degli esoscheletri occupazionali e si propone di:
fornire indicazioni sulla corretta terminologia e definizioni da adottare nel settore degli esoscheletri occupazionali;
individuare e descrivere le diverse tipologie di esoscheletri ad oggi sviluppati ed in uso negli ambienti di lavoro (con particolare riferimento agli attivi e passivi);
illustrare i principi generali di progettazione e costruzione degli esoscheletri;
rappresentare i settori lavorativi di possibile applicazione degli esoscheletri;
inquadrare le potenziali opportunità e problematiche correlate all'uso degli esoscheletri.
La definizione di una terminologia comune e di una classificazione di questi dispositivi, esplicitandone i campi e i limiti di applicazione e le caratteristiche funzionali e di progettazione e costruzione, è essenziale per avviarne un utilizzo corretto e consapevole.
Dispositivi indossabili come gli esoscheletri vengono presentati come una soluzione utile per ridurre o mitigare i rischi da sovraccarico biomeccanico, ma ciò richiede come precondizione una corretta implementazione nei luoghi di lavoro, al fine di evitare potenziali rischi correlati al loro uso.
Le malattie e i disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico lavoro-correlati sono infatti associati a fattori di rischio fisici legati ad attività di movimentazione manuale dei carichi e ad attività che richiedono il mantenimento di posture fisse e incongrue per prolungati periodi di tempo.
L'approccio tradizionale alla mitigazione di questi rischi prevede l'adozione di misure di prevenzione atte a eliminare o quantomeno ridurre il potenziale danno, attraverso, ad esempio, un'idonea configurazione del luogo di lavoro, una corretta gestione dell'attività lavorativa e un'appropriata scelta delle attrezzature di lavoro utilizzate dal lavoratore. Nei casi in cui queste misure di prevenzione non possano risultare efficaci per la mitigazione del rischio di sovraccarico biomeccanico, recentemente in alcuni contesti produttivi si sta introducendo appunto l'utilizzo di esoscheletri.
Occorre valutare il contributo di questi dispositivi e, soprattutto, quale può essere il loro contributo alla riduzione del rischio, quali rischi residui permarranno e quali, invece, verranno magari introdotti dal loro impiego nei diversi contesti produttivi.
Il rapporto tecnico ora pubblicato è un primo importante contributo allo sviluppo tecnologico in questo settore.
Settori: Normativa Tecnica
Parole chiave: UNI
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- FIRE - Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- Anna Martino