Prestazione energetica degli edifici
Verso l'aggiornamento della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici
Anna Martino, Giovanni Murano, Roberto Nidasio - CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
A partire dal 2021 è stato avviato il processo di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici. La prima versione di tale Direttiva risale al 2002 (Direttiva 2002/91/CE), seguita dalla seconda edizione nel 2010 (Direttiva 2010/31/UE), successivamente aggiornata nel 2018 con la pubblicazione della Direttiva (UE) 2018/844. Quest'ultimo documento ha modificato non solo la Direttiva del 2010, ma anche la Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica.
Tali documenti sono stati ulteriormente completati da regolamenti delegati, raccomandazioni, documenti orientativi di accompagnamento e decisioni della Commissione europea. I vari atti legislativi hanno quindi comportato modifiche anche sostanziali a cui si aggiungono ulteriori necessarie modifiche connesse all'evoluzione del quadro generale.
Tra le esigenze sottolineate dai documenti legislativi europei figura la necessità di affrontare l'impatto dei cambiamenti climatici (come sancito dall'Accordo di Parigi del dicembre 2015, dal patto di Glasgow per il clima del novembre 2021, dal Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio).
Nel 2019 è stata avviata la strategia del Green Deal europeo, al fine di affrontare tali sfide e attuare l'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Questo ambizioso piano di crescita mira a trasformare l'UE in una società equa, inclusiva e prospera, con un'economia moderna, efficiente nell'utilizzo delle risorse e competitiva.
L'obiettivo finale è quello di raggiungere, entro il 2050, una situazione in cui non si generino più emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse. Il Green Deal europeo rappresenta un impegno a lungo termine per affrontare la crisi climatica e promuovere uno sviluppo sostenibile, posizionando l'UE in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
Il 14 ottobre 2020, la CE ha presentato la strategia per l'ondata di ristrutturazioni, che mira a una ristrutturazione profonda di oltre 35 milioni di edifici e all'obiettivo di creare fino a 160.000 posti di lavoro nel settore edile.
La revisione della Direttiva 2010/31/UE non solo contribuirà all'attuazione di questa ondata di ristrutturazioni, ma sosterrà anche l'implementazione del nuovo Bauhaus europeo. Tale iniziativa promuove un ambiente edificato più sostenibile e favorisce la realizzazione di città intelligenti con un'impronta climatica zero nell'ambito della missione europea.
La revisione della Direttiva 2010/31/CE si inserisce anche nel pacchetto legislativo "Fit for 55%" (Pronti per il 55%). La comunicazione "Piano REPowerEU" della CE del 18 maggio 2022, rivisita le disposizioni della Direttiva 2010/31/UE, fornendo un quadro politico rivisto con nuove proposte legislative e raccomandazioni specifiche per l'aggiornamento degli obiettivi.
Tali misure mirano a sostenere sforzi più ambiziosi nell'efficienza e nel risparmio energetico, nonché a potenziare la sovranità energetica attraverso una graduale eliminazione dei combustibili fossili. La comunicazione, inoltre, incoraggia gli Stati membri a considerare misure fiscali che incentivino il risparmio energetico e la riduzione del consumo di combustibili fossili, inclusa l'introduzione di detrazioni fiscali legate al risparmio energetico.
Tali azioni supportano la transizione dell'attuale sistema energetico verso uno più sostenibile, a basso consumo di carbonio e contrastano il cambiamento climatico in corso. In linea con la Raccomandazione (UE) 2021/1749 della CE, la proposta di Direttiva pone l'efficienza energetica come principio fondamentale "energy efficiency first" e promuove l'adozione di energie rinnovabili nel settore dell'edilizia anche al fine di ridurre la dipendenza energetica dai combustibili fossili e contrastare la povertà energetica.
Viene inoltre stabilito un legame con i principi dell'economia circolare e l'iniziativa del nuovo Bauhaus europeo con il fine di promuovere una maggiore circolarità nell'ambiente edificato, favorendo la ristrutturazione e il riutilizzo adattivo rispetto alla demolizione e alla nuova costruzione, a seconda dei casi.
Le regole dell'economia circolare relative ai materiali da costruzione sono stabilite nel Regolamento europeo n. 305/2011 sui prodotti da costruzione e nella Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti anch'esse in revisione ove verranno stabilite e consolidate definizioni, metodologie e approcci al fine di garantire un quadro regolamentare chiaro e coerente per i materiali da costruzione.
La proposta di Direttiva, quindi, non si limita ad auspicare il miglioramento della sola prestazione energetica degli edifici in funzione delle condizioni climatiche, ma promuove stili di vita più sani e sostenibili, inclusivi e innovativi. Le misure da attuare dovrebbero massimizzare i benefici collaterali di altre prescrizioni di legge come il miglioramento di: accessibilità, sicurezza antincendio, sicurezza sismica, sicurezza elettrica degli impianti.
La proposta di Direttiva, in conformità con la Comunicazione della CE del 18 maggio 2022 intitolata "Strategia dell'UE per l'energia solare", promuove l'ampia diffusione dell'energia solare negli edifici al fine di proteggere i consumatori dagli aumenti e dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. L'obiettivo è ottenere maggiori vantaggi ambientali, economici e sociali attraverso l'adozione diffusa dell'energia solare.
Tra gli aspetti più interessanti e rilevanti della proposta di Direttiva vi sono l'aggiornamento:
- delle informazioni contenute negli attestati di prestazione energetica degli edifici;
- della metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici basata sulle norme europee;
- delle metodologie per determinare i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli elementi edilizi per conseguire un equilibrio ottimale in funzione dei costi tra gli investimenti necessari e i risparmi energetici realizzati nel ciclo di vita di un edificio (quadro metodologico comparativo che consenta di calcolare livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica);
- di una nuova visione di edilizia attraverso la realizzazione di edifici a emissioni zero (ZEB) la cui domanda molto bassa di energia venga interamente coperta da fonti rinnovabili, ove tecnicamente fattibile (i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre tutti gli edifici esistenti dovranno esserlo entro il 2050);
- delle norme minime di prestazione energetica (basate su classi di prestazione energetica armonizzate) accompagnate da politiche volte a rafforzare le competenze dei lavoratori nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni.
La proposta di Direttiva auspica inoltre la promozione di una maggiore circolarità nell'ambiente edificato. Viene infatti introdotto il concetto di potenziale di riscaldamento globale (GWP) per valutare il contributo complessivo dell'edificio alle emissioni che causano i cambiamenti climatici lungo l'intero ciclo di vita.
Nei prossimi articoli, verranno approfonditi in modo più dettagliato alcuni aspetti chiave della proposta di Direttiva. Altri temi correlati saranno anche trattati nel Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, attualmente in fase avanzata di revisione da parte dell'ENEA e del CTI.
Oltre a fornire un quadro di sintesi sulla proposta di Direttiva, il rapporto includerà anche i risultati di un questionario distribuito ad associazioni, consorzi, reti di imprese, enti, ordini e collegi professionali, consulte e consigli nazionali di professionisti.
La nuova classificazione energetica
Una delle novità della nuova Direttiva EPBD è costituita da una proposta di armonizzazione dei criteri di classificazione energetica. Questo aspetto potrebbe divenire di fondamentale importanza non solo per la revisione del meccanismo di classificazione attualmente in essere, ma anche perché alle nuove classi energetiche faranno riferimento i requisiti minimi degli edifici (aspetto che tratteremo in un capitolo separato di questo dossier).
In estrema sintesi, il testo della nuova Direttiva prevede che la classe G, ovvero la classe più bassa, cioè quella dalle peggiori performance, comprenda il 15% del parco edilizio. Dall'altro lato, per poter essere classificati nella classe migliore, ovvero la classe A, occorrerà essere ZEB (edificio a zero emissioni).
Cosa comporterà quindi questa nuova classificazione? Per provare a rispondere a questa domanda occorre innanzitutto analizzare l'attuale meccanismo di classificazione che abbiamo in Italia.
Al di là del fatto che essa sia attualmente basata sul concetto di edificio di riferimento, il dato fondamentale è che l'attuale classificazione fa finire in classe G una percentuale, che chiaramente varia per tipologia di edificio e zona climatica, ma che è nell'ordine di grandezza di un 30-35% degli edifici certificati.
Ora, dato che vengono certificati sia edifici nuovi, sia edifici esistenti e che il campione statistico risulta piuttosto numeroso, possiamo assumere che questa sia una buona fotografia del parco edilizio nazionale attuale. Tutto ciò significa che probabilmente un certo numero di edifici attualmente in classe G, verrà, a parità delle altre condizioni, "riclassificato" in classe F, e così via per le altre classi.
Spostandoci, tuttavia, verso le classi più performanti (le attuali classi A) si prevede che avverrà un effetto opposto: non è detto che tutti gli edifici attualmente classificati nelle varie classi A1, A2, ecc. rientreranno automaticamente nella nuova classe A, dato che, appunto, essa sarà definita dallo ZEB (Zero Emission Building).
Un aspetto fondamentale per la determinazione di questa nuova "scala" di classificazione sarà anche l'istante in cui verrà "scattata" la fotografia del parco edilizio, funzionale appunto a stabilire quali saranno i valori di EP (prestazione energetica espressa in energia primaria non rinnovabile) che determineranno i confini tra le classi.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo del Dossier, che include le versioni integrali dei precedenti paragrafi e:
- Gli edifici a zero emissioni
- Requisiti minimi - edifici nuovi
- Requisiti minimi - edifici esistenti
- Conclusioni
- Appendice: la timeline della nuova Direttiva EPBD
Tra le esigenze sottolineate dai documenti legislativi europei figura la necessità di affrontare l'impatto dei cambiamenti climatici (come sancito dall'Accordo di Parigi del dicembre 2015, dal patto di Glasgow per il clima del novembre 2021, dal Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio).
Nel 2019 è stata avviata la strategia del Green Deal europeo, al fine di affrontare tali sfide e attuare l'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Questo ambizioso piano di crescita mira a trasformare l'UE in una società equa, inclusiva e prospera, con un'economia moderna, efficiente nell'utilizzo delle risorse e competitiva.
L'obiettivo finale è quello di raggiungere, entro il 2050, una situazione in cui non si generino più emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse. Il Green Deal europeo rappresenta un impegno a lungo termine per affrontare la crisi climatica e promuovere uno sviluppo sostenibile, posizionando l'UE in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
Il 14 ottobre 2020, la CE ha presentato la strategia per l'ondata di ristrutturazioni, che mira a una ristrutturazione profonda di oltre 35 milioni di edifici e all'obiettivo di creare fino a 160.000 posti di lavoro nel settore edile.
La revisione della Direttiva 2010/31/UE non solo contribuirà all'attuazione di questa ondata di ristrutturazioni, ma sosterrà anche l'implementazione del nuovo Bauhaus europeo. Tale iniziativa promuove un ambiente edificato più sostenibile e favorisce la realizzazione di città intelligenti con un'impronta climatica zero nell'ambito della missione europea.
La revisione della Direttiva 2010/31/CE si inserisce anche nel pacchetto legislativo "Fit for 55%" (Pronti per il 55%). La comunicazione "Piano REPowerEU" della CE del 18 maggio 2022, rivisita le disposizioni della Direttiva 2010/31/UE, fornendo un quadro politico rivisto con nuove proposte legislative e raccomandazioni specifiche per l'aggiornamento degli obiettivi.
Tali misure mirano a sostenere sforzi più ambiziosi nell'efficienza e nel risparmio energetico, nonché a potenziare la sovranità energetica attraverso una graduale eliminazione dei combustibili fossili. La comunicazione, inoltre, incoraggia gli Stati membri a considerare misure fiscali che incentivino il risparmio energetico e la riduzione del consumo di combustibili fossili, inclusa l'introduzione di detrazioni fiscali legate al risparmio energetico.
Tali azioni supportano la transizione dell'attuale sistema energetico verso uno più sostenibile, a basso consumo di carbonio e contrastano il cambiamento climatico in corso. In linea con la Raccomandazione (UE) 2021/1749 della CE, la proposta di Direttiva pone l'efficienza energetica come principio fondamentale "energy efficiency first" e promuove l'adozione di energie rinnovabili nel settore dell'edilizia anche al fine di ridurre la dipendenza energetica dai combustibili fossili e contrastare la povertà energetica.
Viene inoltre stabilito un legame con i principi dell'economia circolare e l'iniziativa del nuovo Bauhaus europeo con il fine di promuovere una maggiore circolarità nell'ambiente edificato, favorendo la ristrutturazione e il riutilizzo adattivo rispetto alla demolizione e alla nuova costruzione, a seconda dei casi.
Le regole dell'economia circolare relative ai materiali da costruzione sono stabilite nel Regolamento europeo n. 305/2011 sui prodotti da costruzione e nella Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti anch'esse in revisione ove verranno stabilite e consolidate definizioni, metodologie e approcci al fine di garantire un quadro regolamentare chiaro e coerente per i materiali da costruzione.
La proposta di Direttiva, quindi, non si limita ad auspicare il miglioramento della sola prestazione energetica degli edifici in funzione delle condizioni climatiche, ma promuove stili di vita più sani e sostenibili, inclusivi e innovativi. Le misure da attuare dovrebbero massimizzare i benefici collaterali di altre prescrizioni di legge come il miglioramento di: accessibilità, sicurezza antincendio, sicurezza sismica, sicurezza elettrica degli impianti.
La proposta di Direttiva, in conformità con la Comunicazione della CE del 18 maggio 2022 intitolata "Strategia dell'UE per l'energia solare", promuove l'ampia diffusione dell'energia solare negli edifici al fine di proteggere i consumatori dagli aumenti e dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. L'obiettivo è ottenere maggiori vantaggi ambientali, economici e sociali attraverso l'adozione diffusa dell'energia solare.
Tra gli aspetti più interessanti e rilevanti della proposta di Direttiva vi sono l'aggiornamento:
- delle informazioni contenute negli attestati di prestazione energetica degli edifici;
- della metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici basata sulle norme europee;
- delle metodologie per determinare i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli elementi edilizi per conseguire un equilibrio ottimale in funzione dei costi tra gli investimenti necessari e i risparmi energetici realizzati nel ciclo di vita di un edificio (quadro metodologico comparativo che consenta di calcolare livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica);
- di una nuova visione di edilizia attraverso la realizzazione di edifici a emissioni zero (ZEB) la cui domanda molto bassa di energia venga interamente coperta da fonti rinnovabili, ove tecnicamente fattibile (i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre tutti gli edifici esistenti dovranno esserlo entro il 2050);
- delle norme minime di prestazione energetica (basate su classi di prestazione energetica armonizzate) accompagnate da politiche volte a rafforzare le competenze dei lavoratori nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni.
La proposta di Direttiva auspica inoltre la promozione di una maggiore circolarità nell'ambiente edificato. Viene infatti introdotto il concetto di potenziale di riscaldamento globale (GWP) per valutare il contributo complessivo dell'edificio alle emissioni che causano i cambiamenti climatici lungo l'intero ciclo di vita.
Nei prossimi articoli, verranno approfonditi in modo più dettagliato alcuni aspetti chiave della proposta di Direttiva. Altri temi correlati saranno anche trattati nel Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, attualmente in fase avanzata di revisione da parte dell'ENEA e del CTI.
Oltre a fornire un quadro di sintesi sulla proposta di Direttiva, il rapporto includerà anche i risultati di un questionario distribuito ad associazioni, consorzi, reti di imprese, enti, ordini e collegi professionali, consulte e consigli nazionali di professionisti.
La nuova classificazione energetica
Una delle novità della nuova Direttiva EPBD è costituita da una proposta di armonizzazione dei criteri di classificazione energetica. Questo aspetto potrebbe divenire di fondamentale importanza non solo per la revisione del meccanismo di classificazione attualmente in essere, ma anche perché alle nuove classi energetiche faranno riferimento i requisiti minimi degli edifici (aspetto che tratteremo in un capitolo separato di questo dossier).
In estrema sintesi, il testo della nuova Direttiva prevede che la classe G, ovvero la classe più bassa, cioè quella dalle peggiori performance, comprenda il 15% del parco edilizio. Dall'altro lato, per poter essere classificati nella classe migliore, ovvero la classe A, occorrerà essere ZEB (edificio a zero emissioni).
Cosa comporterà quindi questa nuova classificazione? Per provare a rispondere a questa domanda occorre innanzitutto analizzare l'attuale meccanismo di classificazione che abbiamo in Italia.
Al di là del fatto che essa sia attualmente basata sul concetto di edificio di riferimento, il dato fondamentale è che l'attuale classificazione fa finire in classe G una percentuale, che chiaramente varia per tipologia di edificio e zona climatica, ma che è nell'ordine di grandezza di un 30-35% degli edifici certificati.
Ora, dato che vengono certificati sia edifici nuovi, sia edifici esistenti e che il campione statistico risulta piuttosto numeroso, possiamo assumere che questa sia una buona fotografia del parco edilizio nazionale attuale. Tutto ciò significa che probabilmente un certo numero di edifici attualmente in classe G, verrà, a parità delle altre condizioni, "riclassificato" in classe F, e così via per le altre classi.
Spostandoci, tuttavia, verso le classi più performanti (le attuali classi A) si prevede che avverrà un effetto opposto: non è detto che tutti gli edifici attualmente classificati nelle varie classi A1, A2, ecc. rientreranno automaticamente nella nuova classe A, dato che, appunto, essa sarà definita dallo ZEB (Zero Emission Building).
Un aspetto fondamentale per la determinazione di questa nuova "scala" di classificazione sarà anche l'istante in cui verrà "scattata" la fotografia del parco edilizio, funzionale appunto a stabilire quali saranno i valori di EP (prestazione energetica espressa in energia primaria non rinnovabile) che determineranno i confini tra le classi.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo del Dossier, che include le versioni integrali dei precedenti paragrafi e:
- Gli edifici a zero emissioni
- Requisiti minimi - edifici nuovi
- Requisiti minimi - edifici esistenti
- Conclusioni
- Appendice: la timeline della nuova Direttiva EPBD
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Fonte: Dossier CTI giugno 2023 Energia e Dintorni
Settori: Ambiente, Analisi, abbattimento e Controllo emissioni, Cambiamento climatico, Edilizia, Efficienza energetica edifici, Efficienza energetica industriale, Normativa Tecnica
Mercati: Edilizia
Parole chiave: Edilizia sostenibile, Efficienza energetica, Efficienza energetica degli edifici, Normativa Tecnica, Riqualificazione degli edifici, Zero emissioni
- Andrea Maffezzoli
- Federesco
- GSE Gestore dei Servizi Energetici
- Schneider Electric
- Andrea Maffezzoli