Dati e indici climatici per le valutazioni energetiche degli edifici
Dati e indici climatici per le valutazioni energetiche
Domenico Iatauro - ENEA
- Attività sui dati climatici nell'ambito della Ricerca di Sistema Elettrico PTR 2019-2021
- Elaborazioni di grandezze suborarie per le analisi energetiche degli edifici
- Ipotesi di aggiornamento zonizzazione climatica invernale sulla base dei dati orari della norma UNI 10349
Ipotesi di aggiornamento zonizzazione climatica invernale sulla base dei dati orari della norma UNI 10349
Dati climatici nella normativa italiana - Calcolo del fabbisogno energetico in ambito EPBD in base alle UNI 10349 1-2-3: 2016
Le principali grandezze climatiche sono state calcolate, a partire da dati orari, secondo la metodologia degli anni tipo (Typical Meteorological Years, TMYs), in accordo alla norma internazionale EN ISO 15927-4, recepita in ambito UNI. In particolare le norme 10349 sono così articolate:
- UNI 10349-1
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 1: Medie mensili per la valutazione della prestazione termoenergetica dell'edificio e metodi per ripartire l'irradianza solare oraria nella frazione diretta e diffusa e per calcolare l'irradianza solare su di una superficie inclinata.
- UNI 10349-2
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 2: Dati di progetto.
- UNI 10349-3
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 3: Differenze di temperatura cumulate (gradi giorno) ed altri indici sintetici.
Eventuale ridistribuzione delle classi climatiche invernali utilizzando i GG ricavati dai dati orari della UNI 10349 e lasciando invariati gli attuali limiti di classe.
Nessun comune sarebbe incluso nelle due zone più calde, la A e la B. La zona C diminuirebbe percentualmente del 9,9%, mentre le due classi centrali, D ed E, in cui già in precedenza si concentravano la maggior parte dei comuni italiani, aumenterebbero rispettivamente del 7,8% e del 7,6%, coprendo complessivamente circa l'88% delle località. Per la fascia F, la più fredda, risulterebbe invece una leggera riduzione, del 3,5%.
È importante sottolineare che i risultati ottenuti non dipendono soltanto da differenze strettamente climatiche riscontrate
nell'analisi delle misure, ma anche dai differenti criteri adottati nell'elaborazione dei dati, nonché dalla differente selezione
delle stazioni di misura dei dati climatici delle norme UNI 10349.
L'evoluzione delle metodologie di calcolo e l'esigenza di analizzare configurazioni di edifici sempre più complessi e integrati con impianti da fonti rinnovabili, richiede la disponibilità di dati climatici più accurati e a diversa scala temporale.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'atto, che include grafici, tabelle e conclusioni.
Dati climatici nella normativa italiana - Calcolo del fabbisogno energetico in ambito EPBD in base alle UNI 10349 1-2-3: 2016
Le principali grandezze climatiche sono state calcolate, a partire da dati orari, secondo la metodologia degli anni tipo (Typical Meteorological Years, TMYs), in accordo alla norma internazionale EN ISO 15927-4, recepita in ambito UNI. In particolare le norme 10349 sono così articolate:
- UNI 10349-1
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 1: Medie mensili per la valutazione della prestazione termoenergetica dell'edificio e metodi per ripartire l'irradianza solare oraria nella frazione diretta e diffusa e per calcolare l'irradianza solare su di una superficie inclinata.
- UNI 10349-2
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 2: Dati di progetto.
- UNI 10349-3
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Parte 3: Differenze di temperatura cumulate (gradi giorno) ed altri indici sintetici.
Eventuale ridistribuzione delle classi climatiche invernali utilizzando i GG ricavati dai dati orari della UNI 10349 e lasciando invariati gli attuali limiti di classe.
Nessun comune sarebbe incluso nelle due zone più calde, la A e la B. La zona C diminuirebbe percentualmente del 9,9%, mentre le due classi centrali, D ed E, in cui già in precedenza si concentravano la maggior parte dei comuni italiani, aumenterebbero rispettivamente del 7,8% e del 7,6%, coprendo complessivamente circa l'88% delle località. Per la fascia F, la più fredda, risulterebbe invece una leggera riduzione, del 3,5%.
È importante sottolineare che i risultati ottenuti non dipendono soltanto da differenze strettamente climatiche riscontrate
nell'analisi delle misure, ma anche dai differenti criteri adottati nell'elaborazione dei dati, nonché dalla differente selezione
delle stazioni di misura dei dati climatici delle norme UNI 10349.
L'evoluzione delle metodologie di calcolo e l'esigenza di analizzare configurazioni di edifici sempre più complessi e integrati con impianti da fonti rinnovabili, richiede la disponibilità di dati climatici più accurati e a diversa scala temporale.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'atto, che include grafici, tabelle e conclusioni.
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Fonte: Atti webinar CTI-EIOM
Settori: Edilizia, Efficienza energetica edifici, Efficienza energetica industriale, Normativa Tecnica
Mercati: Edilizia
- Andrea Maffezzoli
- Federico Alberto Tocchetti
- ETS Engine Technology Solutions
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