Le pompe di calore e i sistemi ibridi fanno volare l'azienda bassanese. 2022 da record: oltre 420 milioni di ricavi e 650 mila caldaie prodotte
Baxi SpA, azienda attiva nella produzione di caldaie, pompe di calore e sistemi ibridi, ha superato ogni traguardo previsionale crescendo di oltre il 20% su un già roseo 2021 e chiudendo il 2022 a 424 milioni di euro di ricavi, con 650 mila caldaie prodotte.
Mille i dipendenti dello storico stabilimento di Bassano del Grappa (VI), già produttivo nel 1925 sotto il nome di "Smalteria e Metallurgica Veneta", ma che solo alla fine degli anni '70 è passato a dedicarsi al settore del riscaldamento, divenendo uno degli attori principali nella produzione delle caldaie murali a gas.
Nel 1999 è entrato a far parte del Gruppo inglese BAXI Group che nel 2009 ha costituito - insieme a De Dietrich e Remeha - l'attuale colosso dei sistemi di riscaldamento e climatizzazione BDR Thermea (che vanta oltre 2 miliardi di euro di fatturato e 6.200 addetti) al quale Baxi SpA appartiene.
Quarant'anni di storia rivoluzionaria nel mondo del riscaldamento quella di Baxi, da sempre proiettata verso un futuro - spesso anticipato - fatto di innovazione, di comfort, di risparmio energetico, di rispetto dell'ambiente.
Tra le prime a puntare sulla caldaia domestica a gas quando inizia la metanizzazione; la prima a investire sulla tecnologia ibrida, nel 2010, intuendo il grande vantaggio di abbinare una caldaia a una fonte rinnovabile; la prima a parlare di idrogeno e a progettare la caldaia premiscelata 100% a idrogeno verde, avviandone lo sviluppo tecnologico già nel 2016, in totale assenza di supporti in termini di studi e normative; non ultimo, la prima a implementarne la linea produttiva, nel 2022, prevedendone la produzione di serie e una distribuzione su vasta scala entro il 2025.
Quarant'anni di grandi investimenti, di risorse destinate alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, con il risultato di anticipare di decenni importanti tematiche attuali quali, ad esempio, quella del risparmio energetico e della transizione ecologica.
Una competenza e una sensibilità comprovata da piccole scelte quotidiane e da significative strategie aziendali, come quella adottata nel 2018 di dotare lo stabilimento di un impianto fotovoltaico di 6.000 mq ad alta efficienza che, con una potenza di 992 kW, consente alla green factory di ottenere il 100% dell'energia necessaria per ottenere le circa 3.000 caldaie prodotte al giorno e a evitare di immettere nell'atmosfera oltre 400 tonnellate di CO2 annue.
Energia oggi utilizzata anche per l'autoproduzione di idrogeno necessario per la linea produttiva delle caldaie a idrogeno.
E gli investimenti proseguiranno anche nel 2023, con una quota parte destinata all'R&D, sviluppo prodotto e processi (circa il 3,5% annuo) e altri 6 milioni saranno destinati all'implementazione tecnologica delle linee produttive dedicate alla nuova generazione di caldaie e alla nuova linea dedicata alle pompe di calore.
Un 2022 ampiamente soddisfacente anche sotto il profilo delle esportazioni, aumentate del 25% nonostante il conflitto russo-ucraino. Distribuito in 70 Paesi, il prodotto Baxi è sostenuto anche dalle vendite alle Intercompany, società appartenenti allo stesso Gruppo BDR Thermea.
"Non meno del 2021 e del 2022, anche il 2023 sarà un anno di turbolenze economiche e sociali, che cercheremo di gestire al meglio con strategie e investimenti mirati" afferma l'Ing. Alberto Favero, da 12 anni alla direzione generale della SpA bassanese.
"Certamente il SuperBonus e gli altri incentivi nell'ultimo biennio hanno spinto fortemente il mercato termotecnico, ma sapremo cavalcare le nuove fasi con lo spirito pionieristico che ci contraddistingue".
E, considerando che il futuro si chiamerà transizione energetica e sostenibilità ambientale, è indubbio che Baxi disporrà di assi nella manica, sia in termini di competenze che di struttura produttiva.
In merito all'ambito competenze, l'anno in corso per Baxi sarà estremamente importante per lo sviluppo di attività dedicate alla formazione: l'esigenza nasce dalle rapide evoluzioni di prodotti e sistemi che sono state implementate nel portfolio dell'azienda per mantenerne alta la competitività sul mercato.
Baxi continuerà sempre più ad investire nella formazione dedicata agli installatori.
Nel 1999 è entrato a far parte del Gruppo inglese BAXI Group che nel 2009 ha costituito - insieme a De Dietrich e Remeha - l'attuale colosso dei sistemi di riscaldamento e climatizzazione BDR Thermea (che vanta oltre 2 miliardi di euro di fatturato e 6.200 addetti) al quale Baxi SpA appartiene.
Quarant'anni di storia rivoluzionaria nel mondo del riscaldamento quella di Baxi, da sempre proiettata verso un futuro - spesso anticipato - fatto di innovazione, di comfort, di risparmio energetico, di rispetto dell'ambiente.
Tra le prime a puntare sulla caldaia domestica a gas quando inizia la metanizzazione; la prima a investire sulla tecnologia ibrida, nel 2010, intuendo il grande vantaggio di abbinare una caldaia a una fonte rinnovabile; la prima a parlare di idrogeno e a progettare la caldaia premiscelata 100% a idrogeno verde, avviandone lo sviluppo tecnologico già nel 2016, in totale assenza di supporti in termini di studi e normative; non ultimo, la prima a implementarne la linea produttiva, nel 2022, prevedendone la produzione di serie e una distribuzione su vasta scala entro il 2025.
Quarant'anni di grandi investimenti, di risorse destinate alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, con il risultato di anticipare di decenni importanti tematiche attuali quali, ad esempio, quella del risparmio energetico e della transizione ecologica.
Una competenza e una sensibilità comprovata da piccole scelte quotidiane e da significative strategie aziendali, come quella adottata nel 2018 di dotare lo stabilimento di un impianto fotovoltaico di 6.000 mq ad alta efficienza che, con una potenza di 992 kW, consente alla green factory di ottenere il 100% dell'energia necessaria per ottenere le circa 3.000 caldaie prodotte al giorno e a evitare di immettere nell'atmosfera oltre 400 tonnellate di CO2 annue.
Energia oggi utilizzata anche per l'autoproduzione di idrogeno necessario per la linea produttiva delle caldaie a idrogeno.
E gli investimenti proseguiranno anche nel 2023, con una quota parte destinata all'R&D, sviluppo prodotto e processi (circa il 3,5% annuo) e altri 6 milioni saranno destinati all'implementazione tecnologica delle linee produttive dedicate alla nuova generazione di caldaie e alla nuova linea dedicata alle pompe di calore.
Un 2022 ampiamente soddisfacente anche sotto il profilo delle esportazioni, aumentate del 25% nonostante il conflitto russo-ucraino. Distribuito in 70 Paesi, il prodotto Baxi è sostenuto anche dalle vendite alle Intercompany, società appartenenti allo stesso Gruppo BDR Thermea.
"Non meno del 2021 e del 2022, anche il 2023 sarà un anno di turbolenze economiche e sociali, che cercheremo di gestire al meglio con strategie e investimenti mirati" afferma l'Ing. Alberto Favero, da 12 anni alla direzione generale della SpA bassanese.
"Certamente il SuperBonus e gli altri incentivi nell'ultimo biennio hanno spinto fortemente il mercato termotecnico, ma sapremo cavalcare le nuove fasi con lo spirito pionieristico che ci contraddistingue".
E, considerando che il futuro si chiamerà transizione energetica e sostenibilità ambientale, è indubbio che Baxi disporrà di assi nella manica, sia in termini di competenze che di struttura produttiva.
In merito all'ambito competenze, l'anno in corso per Baxi sarà estremamente importante per lo sviluppo di attività dedicate alla formazione: l'esigenza nasce dalle rapide evoluzioni di prodotti e sistemi che sono state implementate nel portfolio dell'azienda per mantenerne alta la competitività sul mercato.
Baxi continuerà sempre più ad investire nella formazione dedicata agli installatori.
Settori: Climatizzazione, Efficienza energetica edifici, Efficienza energetica industriale, Pompe di Calore, Riscaldamento, Sistemi ibridi e integrati
Mercati: Edilizia
- Andrea Maffezzoli
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