Grande potenziale tecnico in Italia per i sistemi agrivoltaici
Grande potenziale tecnico in Italia per i sistemi agrivoltaici: basterebbe utilizzare una percentuale pari al 1% dei terreni agricoli non utilizzati per raggiungere i traguardi del PNIEC.
Si è appena conclusa la giornata di lavori del convegno, sponsorizzato da European Energy e realizzato in collaborazione con l'Università della Tuscia e il CREA, ospitato presso l'Aula Magna del Rettorato nel complesso di Santa Maria in Gradi.
L'evento ha visto la partecipazione di esponenti di spicco lungo l'intera filiera delle energie rinnovabili, dagli investitori agli sviluppatori, coinvolgendo anche enti di ricerca, rappresentanti del mondo agricolo come il CREA, Regioni, aziende e istituzioni.
I temi legati alla tecnologia agrivoltaica, capace di integrare la produzione di energia con quella agricola, sono stati affrontati con un approccio scientifico, basato su dati e analisi dello studio del CREA e dell'Università degli Studi della Tuscia "Agrivoltaics Systems Potentials in Italy: State of the Art and SWOT-AHP Analysis".
Secondo lo studio, il potenziale dell'agrivoltaico è estremamente elevato: sarebbe sufficiente destinare tra lo 0,7% e il 3% delle superfici disponibili per raggiungere gli obiettivi del PNIEC, pari a 72 GW. Inoltre, come emerso durante il convegno, questa tecnologia potrebbe attrarre risorse e investimenti a beneficio dell'intera filiera agricola.
Durante la giornata del convegno si sono alternati interventi di illustri ospiti, tra cui: il Magnifico Rettore dell'Università degli Studi della Tuscia Stefano Ubertini; il Presidente del CREA Andrea Rocchi; il Presidente del CONAF Mauro Uniformi; gli Onorevoli Alberto Luigi Gusmeroli, Mauro Rotelli e Gaetano Armao.
Il Prof. Andrea Colantoni, Direttore di CIRDER dell'Università degli Studi della Tuscia, ha dichiarato che: "La collaborazione tra il mondo universitario e l'industria delle energie rinnovabili può giocare un ruolo chiave nell'accelerare lo sviluppo della tecnologia
agrivoltaica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. In particolare, l'innovazione tecnologica è essenziale per aumentare l'efficienza dei sistemi agrivoltaici e ottimizzare la produzione energetica, in linea con i target europei in materia di fonti rinnovabili.
Parallelamente, la valorizzazione della componente agricola è fondamentale per garantire un equilibrio tra produzione di energia e sostenibilità agricola. In questa direzione, l'Università della Tuscia ha sviluppato un avanzato sistema di monitoraggio in grado di analizzare in tempo reale lo stato di salute delle colture situate sotto i pannelli fotovoltaici e negli spazi interfilari.
Questo strumento permette di individuare precocemente eventuali situazioni di stress o patologie, consentendo interventi tempestivi e applicando concretamente i principi dell'agricoltura digitale di precisione".
Alessandro Migliorini, Director e Country Manager di European Energy Italia ha dichiarato: "collaboriamo da tempo con CIRDER e Università degli Studi della Tuscia e abbiamo partecipato a questo convegno che non solo si è contraddistinto per l'alto profilo dei partecipanti ma anche perché si è potuto riflettere su fatti concreti e numeri che smentiscono luoghi comuni sull'uso del suolo e al contrario testimoniano la disponibilità di aree e l'importanza della tecnologia agrivoltaica, non solo per lo sviluppo delle rinnovabili ma anche per la filiera occupazionale e di sviluppo del settore agricolo. Sosteniamo da tempo come azienda impegnata a sviluppare progetti utility scale di fotovoltaico in Italia, che le rinnovabili siano non solo utili per decarbonizzare la produzione di energia ma anche per dare vita a una piattaforma di sviluppo economico per filiere come quella industriale,
logistica e della produzione agricola.
A maggior ragione in un Paese come l'Italia che, investendo su questa tecnologia, può non solo sostenere le aziende agricole nel percorso di sempre maggiore qualità e varietà delle coltivazioni ma, al tempo stesso, trovare risorse aggiuntive per curare in modo opportuno il territorio, mitigando grazie alle caratteristiche proprie dell'agrivoltaico, gli effetti del cambiamento climatico e della siccità".
L'evento ha visto la partecipazione di esponenti di spicco lungo l'intera filiera delle energie rinnovabili, dagli investitori agli sviluppatori, coinvolgendo anche enti di ricerca, rappresentanti del mondo agricolo come il CREA, Regioni, aziende e istituzioni.
I temi legati alla tecnologia agrivoltaica, capace di integrare la produzione di energia con quella agricola, sono stati affrontati con un approccio scientifico, basato su dati e analisi dello studio del CREA e dell'Università degli Studi della Tuscia "Agrivoltaics Systems Potentials in Italy: State of the Art and SWOT-AHP Analysis".
Secondo lo studio, il potenziale dell'agrivoltaico è estremamente elevato: sarebbe sufficiente destinare tra lo 0,7% e il 3% delle superfici disponibili per raggiungere gli obiettivi del PNIEC, pari a 72 GW. Inoltre, come emerso durante il convegno, questa tecnologia potrebbe attrarre risorse e investimenti a beneficio dell'intera filiera agricola.
Durante la giornata del convegno si sono alternati interventi di illustri ospiti, tra cui: il Magnifico Rettore dell'Università degli Studi della Tuscia Stefano Ubertini; il Presidente del CREA Andrea Rocchi; il Presidente del CONAF Mauro Uniformi; gli Onorevoli Alberto Luigi Gusmeroli, Mauro Rotelli e Gaetano Armao.
Il Prof. Andrea Colantoni, Direttore di CIRDER dell'Università degli Studi della Tuscia, ha dichiarato che: "La collaborazione tra il mondo universitario e l'industria delle energie rinnovabili può giocare un ruolo chiave nell'accelerare lo sviluppo della tecnologia
agrivoltaica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. In particolare, l'innovazione tecnologica è essenziale per aumentare l'efficienza dei sistemi agrivoltaici e ottimizzare la produzione energetica, in linea con i target europei in materia di fonti rinnovabili.
Parallelamente, la valorizzazione della componente agricola è fondamentale per garantire un equilibrio tra produzione di energia e sostenibilità agricola. In questa direzione, l'Università della Tuscia ha sviluppato un avanzato sistema di monitoraggio in grado di analizzare in tempo reale lo stato di salute delle colture situate sotto i pannelli fotovoltaici e negli spazi interfilari.
Questo strumento permette di individuare precocemente eventuali situazioni di stress o patologie, consentendo interventi tempestivi e applicando concretamente i principi dell'agricoltura digitale di precisione".
Alessandro Migliorini, Director e Country Manager di European Energy Italia ha dichiarato: "collaboriamo da tempo con CIRDER e Università degli Studi della Tuscia e abbiamo partecipato a questo convegno che non solo si è contraddistinto per l'alto profilo dei partecipanti ma anche perché si è potuto riflettere su fatti concreti e numeri che smentiscono luoghi comuni sull'uso del suolo e al contrario testimoniano la disponibilità di aree e l'importanza della tecnologia agrivoltaica, non solo per lo sviluppo delle rinnovabili ma anche per la filiera occupazionale e di sviluppo del settore agricolo. Sosteniamo da tempo come azienda impegnata a sviluppare progetti utility scale di fotovoltaico in Italia, che le rinnovabili siano non solo utili per decarbonizzare la produzione di energia ma anche per dare vita a una piattaforma di sviluppo economico per filiere come quella industriale,
logistica e della produzione agricola.
A maggior ragione in un Paese come l'Italia che, investendo su questa tecnologia, può non solo sostenere le aziende agricole nel percorso di sempre maggiore qualità e varietà delle coltivazioni ma, al tempo stesso, trovare risorse aggiuntive per curare in modo opportuno il territorio, mitigando grazie alle caratteristiche proprie dell'agrivoltaico, gli effetti del cambiamento climatico e della siccità".
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Mercati: Agricoltura e Allevamenti, Edilizia
- Francesco Faedo
- Veronique Mazza
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica