La pandemia colpisce anche la biomassa: mai così alti i prezzi dal 2018
Da un anno a questa parte il prezzo del pellet si è notevolmente impennato. Non solo, all'aumento del prezzo è seguita una difficoltà sempre maggiore nel procurarsi il pellet stesso. Ma come è potuto succedere?
Una prima risposta viene dalla materia prima che compone il pellet, ovvero il legno. A partire dalla ripresa economica del 2021 il prezzo del legname è tornato ai valori pre 2018, con un aumento fino al +300% che ha causato una diminuzione di acquisti e ordinativi.
Logistica in difficoltà e magazzini vuoti
Come diretta conseguenza di questo aumento, molti produttori di pellet, che avevano sottoscritto contratti di fornitura con i rivenditori ad un prezzo prefissato, hanno preferito restituire gli acconti piuttosto che perdere i soldi.
Il trasporto del pellet contribuisce in maniera determinante a definirne il prezzo. La pandemia e le norme anticontagio stabilite dai diversi Paesi, non ultimo l'introduzione dell'obbligo di green pass, comportano difficoltà per il trasporto su strada riducendo la disponibilità degli autotrasporti e degli autisti. Anche il trasporto via mare risente di queste difficoltà logistiche.
Paradossalmente, le disponibilità di pellet stoccato vengono valutate complessivamente scarse. Alcuni operatori ritengono persino che esaurite le attuali scorte risulterà impossibile effettuare nuove consegne nel corso della stagione termica.
Si inizia anche a parlare del cosiddetto shortage: la preoccupazione principale è che l'impennata del prezzo del pellet porti ad una vera e propria mancanza di materiale. Questo scenario, a onor del vero, viene paventato da anni ma non si è mai verificato.
Un'occasione per riscoprire altre biomasse
Ad esclusione del nocciolino di sansa, che sembra seguire lo stesso percorso intrapreso dal pellet in termini di scarsità del materiale ed aumento del prezzo, questa crisi può essere l'occasione per informarsi e provare altri combustibili da biomassa.
Le biomasse meno conosciute vedono variare il loro prezzo principalmente in base alla stagione e alla distanza tra il luogo in cui ci si trova e il luogo in cui viene prodotta la biomassa.
Un combustibile da cui partire ve lo diamo noi: la granella di mais. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
Il trasporto del pellet contribuisce in maniera determinante a definirne il prezzo. La pandemia e le norme anticontagio stabilite dai diversi Paesi, non ultimo l'introduzione dell'obbligo di green pass, comportano difficoltà per il trasporto su strada riducendo la disponibilità degli autotrasporti e degli autisti. Anche il trasporto via mare risente di queste difficoltà logistiche.
Paradossalmente, le disponibilità di pellet stoccato vengono valutate complessivamente scarse. Alcuni operatori ritengono persino che esaurite le attuali scorte risulterà impossibile effettuare nuove consegne nel corso della stagione termica.
Si inizia anche a parlare del cosiddetto shortage: la preoccupazione principale è che l'impennata del prezzo del pellet porti ad una vera e propria mancanza di materiale. Questo scenario, a onor del vero, viene paventato da anni ma non si è mai verificato.
Un'occasione per riscoprire altre biomasse
Ad esclusione del nocciolino di sansa, che sembra seguire lo stesso percorso intrapreso dal pellet in termini di scarsità del materiale ed aumento del prezzo, questa crisi può essere l'occasione per informarsi e provare altri combustibili da biomassa.
Le biomasse meno conosciute vedono variare il loro prezzo principalmente in base alla stagione e alla distanza tra il luogo in cui ci si trova e il luogo in cui viene prodotta la biomassa.
Un combustibile da cui partire ve lo diamo noi: la granella di mais. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
- Kohlbach Energieanlagen
- Mercurio