Economia circolare in campo industriale e pratiche manageriali
L'impatto delle pratiche industriali e delle nuove tecnologie
Massimo Gozzi, Ordine Ingegneri di Milano - Commissione Energia - Ordine Ingegneri Milano
Quando si parla di Economia Circolare in campo industriale non si può prescindere da quelle che vengono identificate come "pratiche manageriali". Tra queste l'adozione di tecnologie idonee è parte fondamentale.
Pratiche industriali, in tal modo si indicano le scelte gestionali fatte dalle aziende per adottare, in concreto, l'Economia Circolare all'interno dei propri prodotti, processi e strutture organizzative.
Tali pratiche manageriali possono essere associate sia ai cicli tecnici (recupero e riutilizzo di sottoprodotti per fini alimentari o energetici) che ai cicli biologici (incrementare la sostenibilità ambientale dei processi di trasformazione attraverso una razionalizzazione di processi produttivi) su cui vale la pena di soffermarci.
L'Economia Circolare, infatti, al contrario dell'economia lineare, ruota attorno al riutilizzo di prodotti e materie prime e alla prevenzione delle risorse per evitare, ove possibile, la generazione di rifiuti e di emissioni nocive per il suolo, l'acqua e l'aria ("chiusura del ciclo").
Uno dei concetti fondamentali dell'Economia Circolare è proprio quello di mantenere i materiali attraverso cui vengono realizzati i prodotti all'interno di flussi, riducendo al minimo gli scarti. Ciò significa lavorare secondo schemi che prevedano il massimo ricircolo dei materiali prima che questi vengano smaltiti come rifiuto.
E non a caso chi tratta di Economia Circolare fa riferimento ai due sopra citati principali tipologie di flussi (o cicli): i cicli biologici e i cicli tecnici, (efficacemente illustrati dal Butterfly Diagram di figura 1). Tornando alle pratiche manageriali di cui si è accennato, ed al loro venire associate ai cicli tecnici, ovvero al riutilizzo ed alla prevenzione delle risorse, si può ricorrere alla strategia delle "R", che caratterizza proprio i cicli tecnici:
- Ripensare (e ridurre), ovvero utilizzare le risorse in modo più efficiente ripensando al modo in cui vengono concepiti i prodotti e i processi di produzione;
- Riprogettare: progettare le risorse in modo differente, pensando in anticipo a come possano essere recuperate, manutenute e riciclate;
- Riutilizzare, ovvero riutilizzo dei prodotti;
- Riparare (e rigenerare): riparare, manutenere e ricondizionare i prodotti;
- Riciclare: processare e riutilizzare i materiali;
- Recuperare: recuperare energia dai materiali.
I cicli tecnici vengono inoltre opportunamente suddivisi tra azioni "Upstream" e "Downstream", ovvero "a monte" e "a valle" (Figura 2). Per inciso occorre dire che per determinare come ridurre l'impatto ambientale all'interno di un'Economia Circolare si può ricorrere alla gestione delle energie rinnovabili, tipologie di materiali e dei nutrienti biologici, che caratterizzano i cosiddetti cicli biologici, ovvero di "riduzione dell'impatto ambientale".
Adottare le pratiche
Lo studio delle pratiche cui si fa riferimento è quello del Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, che, sulla base di un campione di aziende di medio e piccole dimensioni, ha affermato come l'adozione di pratiche per l'Economia Circolare sia dettata da esigenze di sviluppo del business, ma sia anche fortemente influenzata da richieste da parte dei clienti, come nel caso di aziende di grandi dimensioni.
Le aziende di piccole dimensioni sono quelle che comunque mostrano una più incisiva adozione di pratiche sull'intera gamma prodotti e su un ampio insieme di prodotti mentre le aziende di medio e grandi dimensioni invece concentrano l'adozione di pratiche in particolar modo su un insieme più ristretto di prodotti.
Il livello di adozione di tali pratiche evidenzia come le aziende si stiano concentrando principalmente sul riciclo dei prodotti/componenti e sulle fasi di progettazione, al fine di ridurre l'impatto ambientale ed allo stesso tempo nel fornire opportunità per il recupero ed il riutilizzo dei prodotti e materiali all'interno dei propri sistemi produttivi.
Entrando in una terminologia più specifica, si può dire che le azioni di riciclo (Recycle, Figura 3) prevedono l'utilizzo e la lavorazione di materiali di scarto per ri-ottenere le materie prime (seconde) in una forma avente uguale qualità (o inferiore) alla materia prima di partenza.
Tali azioni permettono forme di recupero e conversione di materiali, che favoriscono una riduzione di utilizzo di materiale vergine.
Le azioni sulle fasi di progettazione (Design out Waste, Design for Disassembly, Design for Easy Repair) si concentrano, la prima, sull'utilizzo delle risorse disponibili nella maniera più efficiente possibile in fase di progettazione di un prodotto, con lo scopo di minimizzare la quantità di materie utilizzate, mentre le altre due agiscono rispettivamente sulla progettazione per semplificare le operazioni di smontaggio delle componenti, facilitando il recupero delle stesse e per essere facilmente riparabili in caso di rottura (in alcuni casi si provvede a fornire disponibilità di pezzi di ricambio per un determinato numero di anni).
Se ci riferiamo al settore alimentare (classificato come Food & Beverage) le pratiche di Take Back System e Product Service System risultano caratterizzate, mediamente, da buoni livelli di adozione.
La prima (TBS) è un'iniziativa organizzata da un produttore o rivenditore per raccogliere prodotti o materiali usati dai consumatori e reintrodurli nel ciclo di lavorazione e produzione originale; un'azienda può implementare questo "programma" in collaborazione con aziende di logistica e lavorazione dei materiali "a fine vita".
La seconda (PSS) prevede la fornitura contestuale di prodotti e servizi, rappresentando quindi un insieme commerciabile di prodotti e servizi in grado di soddisfare congiuntamente le esigenze di un utente. Tale pratica è utilizzata come mezzo per estendere l'attuale ciclo di vita del prodotto.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'articolo.
Tali pratiche manageriali possono essere associate sia ai cicli tecnici (recupero e riutilizzo di sottoprodotti per fini alimentari o energetici) che ai cicli biologici (incrementare la sostenibilità ambientale dei processi di trasformazione attraverso una razionalizzazione di processi produttivi) su cui vale la pena di soffermarci.
L'Economia Circolare, infatti, al contrario dell'economia lineare, ruota attorno al riutilizzo di prodotti e materie prime e alla prevenzione delle risorse per evitare, ove possibile, la generazione di rifiuti e di emissioni nocive per il suolo, l'acqua e l'aria ("chiusura del ciclo").
Uno dei concetti fondamentali dell'Economia Circolare è proprio quello di mantenere i materiali attraverso cui vengono realizzati i prodotti all'interno di flussi, riducendo al minimo gli scarti. Ciò significa lavorare secondo schemi che prevedano il massimo ricircolo dei materiali prima che questi vengano smaltiti come rifiuto.
E non a caso chi tratta di Economia Circolare fa riferimento ai due sopra citati principali tipologie di flussi (o cicli): i cicli biologici e i cicli tecnici, (efficacemente illustrati dal Butterfly Diagram di figura 1). Tornando alle pratiche manageriali di cui si è accennato, ed al loro venire associate ai cicli tecnici, ovvero al riutilizzo ed alla prevenzione delle risorse, si può ricorrere alla strategia delle "R", che caratterizza proprio i cicli tecnici:
- Ripensare (e ridurre), ovvero utilizzare le risorse in modo più efficiente ripensando al modo in cui vengono concepiti i prodotti e i processi di produzione;
- Riprogettare: progettare le risorse in modo differente, pensando in anticipo a come possano essere recuperate, manutenute e riciclate;
- Riutilizzare, ovvero riutilizzo dei prodotti;
- Riparare (e rigenerare): riparare, manutenere e ricondizionare i prodotti;
- Riciclare: processare e riutilizzare i materiali;
- Recuperare: recuperare energia dai materiali.
I cicli tecnici vengono inoltre opportunamente suddivisi tra azioni "Upstream" e "Downstream", ovvero "a monte" e "a valle" (Figura 2). Per inciso occorre dire che per determinare come ridurre l'impatto ambientale all'interno di un'Economia Circolare si può ricorrere alla gestione delle energie rinnovabili, tipologie di materiali e dei nutrienti biologici, che caratterizzano i cosiddetti cicli biologici, ovvero di "riduzione dell'impatto ambientale".
Adottare le pratiche
Lo studio delle pratiche cui si fa riferimento è quello del Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, che, sulla base di un campione di aziende di medio e piccole dimensioni, ha affermato come l'adozione di pratiche per l'Economia Circolare sia dettata da esigenze di sviluppo del business, ma sia anche fortemente influenzata da richieste da parte dei clienti, come nel caso di aziende di grandi dimensioni.
Le aziende di piccole dimensioni sono quelle che comunque mostrano una più incisiva adozione di pratiche sull'intera gamma prodotti e su un ampio insieme di prodotti mentre le aziende di medio e grandi dimensioni invece concentrano l'adozione di pratiche in particolar modo su un insieme più ristretto di prodotti.
Il livello di adozione di tali pratiche evidenzia come le aziende si stiano concentrando principalmente sul riciclo dei prodotti/componenti e sulle fasi di progettazione, al fine di ridurre l'impatto ambientale ed allo stesso tempo nel fornire opportunità per il recupero ed il riutilizzo dei prodotti e materiali all'interno dei propri sistemi produttivi.
Entrando in una terminologia più specifica, si può dire che le azioni di riciclo (Recycle, Figura 3) prevedono l'utilizzo e la lavorazione di materiali di scarto per ri-ottenere le materie prime (seconde) in una forma avente uguale qualità (o inferiore) alla materia prima di partenza.
Tali azioni permettono forme di recupero e conversione di materiali, che favoriscono una riduzione di utilizzo di materiale vergine.
Le azioni sulle fasi di progettazione (Design out Waste, Design for Disassembly, Design for Easy Repair) si concentrano, la prima, sull'utilizzo delle risorse disponibili nella maniera più efficiente possibile in fase di progettazione di un prodotto, con lo scopo di minimizzare la quantità di materie utilizzate, mentre le altre due agiscono rispettivamente sulla progettazione per semplificare le operazioni di smontaggio delle componenti, facilitando il recupero delle stesse e per essere facilmente riparabili in caso di rottura (in alcuni casi si provvede a fornire disponibilità di pezzi di ricambio per un determinato numero di anni).
Se ci riferiamo al settore alimentare (classificato come Food & Beverage) le pratiche di Take Back System e Product Service System risultano caratterizzate, mediamente, da buoni livelli di adozione.
La prima (TBS) è un'iniziativa organizzata da un produttore o rivenditore per raccogliere prodotti o materiali usati dai consumatori e reintrodurli nel ciclo di lavorazione e produzione originale; un'azienda può implementare questo "programma" in collaborazione con aziende di logistica e lavorazione dei materiali "a fine vita".
La seconda (PSS) prevede la fornitura contestuale di prodotti e servizi, rappresentando quindi un insieme commerciabile di prodotti e servizi in grado di soddisfare congiuntamente le esigenze di un utente. Tale pratica è utilizzata come mezzo per estendere l'attuale ciclo di vita del prodotto.
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Fonte: La Termotecnica ottobre 2023
Settori: Ambiente, Termotecnica industriale
Parole chiave: Economia circolare, Termotecnica
- Silvia Colnago
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica